Inaugurato nel 2006, il Museo della figurina risulta essere uno dei più importanti al mondo nel suo campo. Si basa sull’importante collezione di figurine raccolta da Giuseppe Panini, uno dei fondatori delle Edizioni Panini, e donata alla città dall’imprenditore nel 1992.
La visita al museo permette di esplorare non solo la figurina in senso moderno, ovvero quella adesiva, ma in generale ogni elemento di piccole dimensioni d’arte grafica, spesso utilizzati, in un passato remoto, a scopo pubblicitario.
Il percorso di visita inizia con la collezione dedicata agli antecedenti della figurina, ovvero quelle immagini seriali di piccole dimensioni prodotte tra il XVII e il XIX secolo, spesso a carattere religioso.
La seconda tappa è dedicata alle pietre cromolitografiche. La loro comparsa nel corso del XIX secolo fu rivoluzionaria per la stampa: permisero, infatti, la stampa di immagini a colori a basso costo ed in grande quantità. Questa nuova tecnologia permise dunque la produzione di un considerevole numero di immagini. Non a caso la terza tappa è dedicata proprio alle prime figurine, nate grazie all’introduzione delle pietre cromolitografiche. Esse nascono in ambito pubblicitario, negli Stati Uniti, ma ebbero un grandissimo successo in Europa. In Italia fu soprattutto la Perugina-Buitoni a sfruttare questo nuovo strumento. La quarta tappa è dedicata all’azienda tedesca Liebig, famosa per il suo brodo di carne, che fece della figurina il suo punto di forza pubblicitario, dando un contributo fondamentale alla sua diffusione. Il museo ospita 44.000 pezzi, tutti di grande qualità grafica e bellezza visiva.
La quinta tappa è dedicata agli altri oggetti prodotti dalle aziende a scopo di collezioni, quali scatole di fiammiferi, sottobicchieri, calendarietti, ecc.
Infine l’ultima tappa è dedicata alla figurina moderna, con un corpus molto sostanzioso di figurine Panini e dell’album Calciatori, vero fenomeno di costume ancora attuale dopo cinquanta anni.